giovedì 17 gennaio 2013

RITORNARE A....

Quante cose si possono aggiungere al posto di quei puntini.
Eccomi di nuovo qui con la voglia e l'entusiasmo di fare e dire. Pian pianino ma con impegno e costanza mi rimetto in gioco. 

martedì 26 aprile 2011

STIAMO TUTTI BENE



Una e-mail timida mi è arrivata più di un mese fà con la notizia che l'informatico inglese veniva per le vacanze pasquali e aveva voglia di rivedere un pò di gente.

Per un pò di gente s'intende i compagni di classe del liceo. Scattano i primi contatti, ma siamo più o meno i soliti 4/5 dell'ultima volta. Di nuovo timidamente, qualcuno propone di cercare di contattare tutti, o per lo meno quasi tutti. E così, grazie ai social network odierni si sparge voce e ci si inizia a ricompattare, si stabilisce prima la data e poi grazie alla disponibilità di una di noi anche il luogo: la sua casa con vista sul lago.

Scambi di e-mail sempre più fitti per decidere il menù e i vini. In questi scambi, già si intravede una voglia di rincontrarsi e un feeling che si era solo sopito negli anni, botte risposta continue fino ad arrivare al giorno fatidico.

Certo ognuno in cuor suo ha pensato subito al film di Verdone, anche perchè con qualcuno non ci si vede da più di vent'anni. Nei giorni precedenti mi sono trovato più volte a ripensare al passato e anche alla paura di quest'incontro. Paura di deludere e rimanere delusa.

Ci accoglie un giardino con vista sul lago al tramonto, che già ti apre il cuore. Immediatamente arriva anche un bel bicchiere di vino bianco spumeggiante, che aiuta.

Io che di solito sono una ritardataria, questa volta mi sono impegnata moltissimo per non esserlo e per fortuna sono pochi ad essere lì.

Ci riconosciamo subito tutti, non ci sono stati cambiamenti eclatanti insomma se ci fossimo incontrati casulamente per strada ci saremmo riconosciuti a prima vista.

C'è una lunga tavola apparecchiata, decisamente più intima.

Il cibo, in questa circostanza, non è così importante, siamo più importanti noi.

Per non parlarci sopra e per non parlare solo con i vicini, anche perchè abbiamo deciso di dividere ideologicamente il tavolo in due: le donne vicine e gli uomini vicino tra di loro, parleremo a turno di noi.

Tre minuti per riassumerci.

Sono pochi? No vi assicuro che ci si può riuscire. Ma non ci limitiamo a delle banali informazioni angrafiche e lavorative, ma ognuno di noi apre la sua scatola delle emozioni, che tutti quanti noi ci teniamo così bene a tenere chiusa e cercando il più possibile di non farci intrufolare nessuno, perchè così è meglio.

Insomma quel feeling che c'era allora è spuntato fuori, senza difficoltà. La serata scorre via come tutto il vino che è stato portato. Si scattano foto e si chiacchera piacevolemente.

Poi arriva il momento di congedarsi, la foto di rito e poi iniziano i saluti anche se nessuno ha voglia di lasciare la festa: proprio come hai vecchi tempi. Alla fine c'e ne andiamo a piccoli gruppi , si sa l'unione fa la forza.

Il giorno dopo è un tripudio di email di commenti bellissimi sulla serata trascorsa e sta continuando.

Stiamo gia pensando che il prossimo raduno lo faremo a Londra con tutte le famiglie al seguito.

Parafrasando il titolo di un film di Tornatore stiamo tutti bene davvero. Siamo un pò come il vino rosso che invecchiando migliora.

venerdì 11 marzo 2011

150 e non sentirli bis

http://cuocaatempoperso.blogspot.com/2011/03/contest-per-150-anni-ditalia.html
questo era quello che dovevo fare

150 E NON SENTIRLI

E' da un pò che mi sento nazionalista. Saranno i fatti che stanno accadendo....
non voglio parlare assolutamente di politica non è il luogo adatto.
Da spettatrice di incontri sportivi internazionali mi sono sempre alzata appena partivano le note del nostro inno e devo dire che da ex sportiva ( ho appeso da nni tutto al chiodo) quando la vittoria di una squadra o atleta italiana era stata particolarmente sofferta e magari voluta con le unghie e con i denti qualche lacrimuccia mi è scappata.
Quindi evviva il TRICOLORE

mercoledì 29 settembre 2010

La matita

Non ci sono foto e non tratta di cucina ma a me è piaciuta:
Il bambino guardava la nonna scrivere. Ad un certo punto , le domandò:
"Stai scrivendo una storia che è capitata a noi? E che magari parla di me?"
La nonna interruppe a scrittura, sorrise e disse al nipote:
"E' vero, sto scrivendo qualcosa di te. Tuttavia,più importante delle parole, è la matita con la quale scrivo. Vorrei che la usassi tu quando sari cresciuto"
Incuriosito, il bambino guardò la matita, senza trovarvi alcunchè di speciale.
"Ma è uguale a tutte le altre matite che ho visto nella mia vita!"
"Dipende tutto dal modo in cui guardi le cose. Questa matita possiede cinque qualità: se riesci a trasporle nell'esistenza, sarai sempre una persona in pace con il mondo.
"Prima qualità: puoi fare grandi cose, ma non devi mai dimenticare che esiste una Mano che giuda i tuoi passi. 'Dio' ecco come chiamiamo questa mano! Egli deve condurti sempre verso la Sua volontà.
"Seconda qualità: di tanto in tanto, devo interrompere la scrittura ed usare il temperino. E' un operazione che provoca una certa sofferenza alla matita ma, alla fine essa risulta più appuntita. Ecco perchè devi imparare a sopportare alcuni dolori: ti faranno diventare un uomo migliore.
"Terza qualità: il tratto della matita ci permette di usare una gomma per cancellare ciò che è sbagliato. Correggere un'azione o un comportamento non è necessariamente qualcosa di negativo: anzi è importante per riuscire a mantenere la retta via della giustizia.
"Quarta qualità: ciò che è realmente importante nella matita non è è il legno o la sua forma esteriore, bensì la grafite della mina racchiusa in essa. Dunque presta sempre attenzione a quello che accade dentro di te.
"Quinta qualità: essa lascia sempre un segno. Allo stesso modo, tutto ciò che farai nella vita lascerà una traccia: di conseguenza, impegnati ad avere piena coscienza di ogni tua azione."
(Paulo Coelho, Sono come il fiume che scorre)

martedì 7 settembre 2010

SETTEMBRE: il mese della ripresa

Sono stata assente a lungo.
A mia discolpa una serie di scuse molto valide e buone dietro cui mi nascondo sempre: il lavoro, le figlie, le vacanze, la stanchezza se voltete potete anche aggiungerne altre, magari le vostre.
In realtà la poco voglia di: cucinare, raccontare, mettersi la sera dopo che le piccole pesti sono andate a letto davanti al computer e non ultimo la schermata bianca!!!!!
Ma come, potrebbe dire qualcuno, hai appena iniziato e già stai così?
ebbene si e non è da tutti.
Comunque non sono stata con le mani in mano, ho letto, studiato, curiosato, fotografato insomma ho cercato di fare mia qualsiasi fonte di ispirazione
ed ora eccomi nuovamente pronta per un altro giro di pista

lunedì 26 aprile 2010

MI FERMO A ROMA FINO A DOMENICA


Quando sul tuo cellulare appare un messaggio del genere e questo arriva da un amica che non abita più Roma, quell'amica che conosci da una vita, con cui hai diviso le gioie e i dolori, le vacanze al mare e i viaggi di studio all'estero, le notti insonni a ballare o a parlare e perchè no anche a bere. Quell'amica che non vedi dal battesimo della tua Stitch, ormai quattro anni fa. Quell'amica che quando il tuo primo grande amore ti ha lasciato, non ha comprato enne pacchetti di fazzolettini per le tue lacrime, ma un naso da clown per farti ridere. Quella amica che ti ha svegliato nel cuore della notte in lacrime perchè suo padre era appena morto e tu che in quel momento abitavi in un altra città per una scelta d'amore (sbagliato), hai preso il primo treno in partenza per Roma e sei rimasta con lei fino a che è stato necessario.
Quell'amica che un giorno ti ha detto "a settembre mi sposo" e tu in quel preciso momento sapevi che avreste passato la notte precedente in bianco per finire di confezionare bomboniere e segnaposti perchè lei è cosi disorganizzata e sempre in ritardo come te.
Ecco quando quell'amica ti manda un messaggio del genere la tua risposta immediata é "Ti aspetto domani a cena", anche se il giorno dopo si lavora, le figlie devono andare a scuola presto e tutti gli annessi e connessi della routine quotidiana.
E se poi quell'amica, quasi come da copione, ti da buca?
Pazienza sarà per un altra volta e quello che hai cucinato lo surgeli e proponi ad altri amici, senza ovviamente dire nulla, la domenica a pranzo.
Ecco che cosa prevedeva la cena:
Spezzatino di pollo all'arancia con cipolla ed uvetta e riso pilaf (4 persone)
Ingredienti
1 kg di spezzatino di pollo
1 e 1/2 cipolla rossa
2 arance (succo e buccia grattuggiata)
250 ml di vino bianco
farina
75 gr. di burro
50 ml di olio
50 gr. di uvetta
200 gr di riso
Procedimento
Infarinate la carne, in una padella capiente mettete il burro, l'olio e la cipolla tagliate a rondelle, unite la carne e salte leggermente. Spremete le arance e dopo con un coltellino togliete tutto l'interno e la parte bianca dell'arancia, quindi tritate la buccia. Unite il vino alla carne e lasciate evaporare, unite il succo delle arance. Se volete rendere il sugo più cremoso aggiungete un cucchiaio di farina. a cottura quasi ultimata mettete le uvette che prima avette ammollato in acqua e la buccia d'arancia.
Prendete una pentola versate dell'olio e un piccolo battuto di cipolla e sedano, unite il riso e fate prendere colore, intanto riscaldate il forno a 180°, imburrate leggermente una pirofila da forno, versate il riso e ricoprite con acqua. Mettete in forno e cuocete fino a quando l'acqua si è tutta assorbita.
Servite la carne calda con il riso accanto.